Translate

sabato 7 gennaio 2012




Massaggi - Il massaggio Kalari con i piedi

Dalla terra delle noci di cocco, una “passeggiata” di benessere

Nel sud-ovest dell’India, in Kerala, si pratica un singolare massaggio con i piedi. Nelle retrovie dei campi di battaglia, abili operatori portavano sollievo o curavano ferite e contusioni dei guerrieri, con manovre e oli appropriati. Si presume che l’utilizzo dei piedi fosse più efficace delle mani, nei confronti di muscolatura assai consistente e tonica come quella dei combattenti dell’epoca. 
Il supporto di una corda che scende dall’alto permette all’operatore sia di scaricare all’occorrenza una parte del peso corporeo, sia di mantenere l’equilibrio. Accorgimento ancor più necessario alla fine, quando il massaggiatore sale sul corpo con entrambi i piedi.
Per applicare l’olio, sono eseguite manovre indifferentemente con la pianta del piede destro o sinistro: drenanti (di stimolo per la circolazione venosa se condotte dalla periferia del corpo verso il cuore o arteriosa se in direzione opposta); 
linfostimolanti, utili ad attivare il sistema immunitario; le più esperte su alcuni dei 108 punti vitali (Marma). 
Alcuni Maestri (come Amadio Bianchi) prediligono iniziare il trattamento, preferibilmente su sportivi o ballerini, in posizione supina. 
Si inizia versando dell’olio (normalmente di sesamo) in un piatto e, si opera prima sulla parte destra del corpo per rendere l’approccio più naturale possibile. L’emisfero sinistro del cervello (trainante, poiché disciplina la parte destra del corpo), entra in funzione prima dell’opposto, rendendo la parte destra istintivamente più disponibile e reattiva.  
In equilibrio con la corda, dopo aver oliato il piede immergendolo nel piatto, si stende l’olio sull’intera gamba e conduco la manovra nella duplice direzione venosa e arteriosa, caviglia inguine e inguine caviglia, dedicando al ginocchio alcune specifiche manovre circolari, soprattutto intorno alla rotula, per portare sollievo all’articolazione. Si stimola poi il sistema linfatico nella zona dell’inguine percorrendolo più volte avanti e indietro, e si eseguono le stesse manovre sull’arto sinistro.
Ci si sposta quindi sull’addome e dopo aver trasferito un po’ d’olio nell’ombelico, con movimento a spirale, in senso orario, lo si stende su tutta la superficie. Con la manovra che segue stimolo l’intestino in senso peristaltico, rispettando il percorso colon ascendente, trasverso, discendente. 
Rimanendo con un piede a terra, massaggio il torace, le costole (dallo sterno verso il fianco) e il seno, in direzione oraria per il sinistro e antioraria per il destro.
Si procede trattando prima la mano poi il braccio con manovra drenante; ci si sofferma sulla spalla pigiando leggermente per promuoverne l’apertura.
A questo punto si passa alla posizione prona, anche se il metodo indiano prevedrebbe l’intervento al viso, in occidente non sempre gradito.  
Dopo le gambe, è il turno della schiena: partendo dal basso della colonna vertebrale e muovendo verso il fianco, si stende l’olio, prima da un lato e poi dall’altro, salendo gradatamente e massaggiando la scapola, il trapezio, si scende lungo il braccio per  terminare nella mano. 
Segue il “pellegrinaggio sulla colonna vertebrale” (Daṇḍapādayatra): si appoggia delicatamente il piede destro sui reni e facendolo oscillare, da punta a tallone, si esercitano misurate pressioni a lato della spina dorsale. Si risale fino alla settima cervicale e si ridiscende al coccige per ben tre volte. I Maestri indiani, per allenare gli studenti, tracciano sulla sabbia una linea che rappresenta la colonna vertebrale e questi, posto il piede in modo che la riga ne sia al centro, si addestrano ad eseguire le pressioni senza cancellarla: la spina dorsale è così salvaguardata.
Al termine, con alcune spettacolari manovre, si sale direttamente sul corpo con entrambi i piedi. Il primo contatto avviene tra le piante dei piedi dell’operatore e dell’assistito, lasciando i talloni sul pavimento, per non eccedere con il peso. Si sale poi con l’intero piede sui polpacci, sulle cosce, sulla schiena, e al termine sul sacro. Dopo alcuni istanti, si porta il piede sinistro sulle dorsali per esercitare sapienti pressioni alternate sacro-dorsali che riducano le cifosi. Mi raccomando: non provate ad eseguirlo senza la presenza di un esperto.
 

Nessun commento:

Posta un commento